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RUOTE della CAROVANA

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UNA DOMENICA DIVERSA

Quando arriva la domenica, in genere la gente ferma sospende il lavoro, la famiglia si ritrova insieme, si cerca un po’ di svago uscendo dalla città, assistendo alla partita, ad altri sport: è una giornata di riposo.
Chi è cristiano vede la domenica non solo come giorno di riposo, di svago, ma anche come “Giorno del Signore”, il giorno in cui la comunità cristiana si riunisce per celebrare l’Eucarestia e per le altre attività comunitarie. Per chi lavora con il circo e il lunapark si comincia il sabato pomeriggio, la sera e tutta la domenica: è la giornata della settimana di maggior lavoro, perché si lavora proprio sul tempo libero degli altri, per offrire loro svago, divertimento, spettacolo.
Di conseguenza, una persona che lavora nel circo o nel lunapark, la domenica, si trova in grande difficoltà a partecipare alla messa con gli altri cristiani.
A volte nelle piazze maggiori, può capitare che venga qualcuno dei preti che seguono da vicino circhi e luna-park e dica messa per loro, cercando di trovare un momento adatto ... ma capita raramente ...
Come fare allora?

È IL GIORNO DEL SIGNORE!
Anche se il nostro tipo di vita rende difficile fare quello che fanno gli altri cristiani, la domenica resta anche per noi “il giorno del Signore”, il giorno in cui il Signore deve essere da noi cercato, pregato, onorato in modo particolare, rispetto agli altri giorni della settimana.
Come?

* facendo di tutto per andare a messa nella chiesa più vicina. Anche se ci sono delle difficoltà di orari, noi sappiamo che una cosa, quando ci preme, la riteniamo importante, non ci sono difficoltà che tengano. Ci sono problemi, ma forse manca anche un po’ di convinzione; lo facciamo se ci è comodo, ma se ci costa un po’ di sacrificio ... lasciamo perdere.

* Se proprio non riusciamo, durante la settimana, quando il lavoro è minore o non si lavora per nulla, partecipiamo ugualmente ad una messa nella chiesa vicina: non avrà lo stesso valore e lo stesso significato di quella festiva, ma è pur sempre un incontro con il Signore nell’ascolto della sua parola, nel fare la Comunione e anche la Confessione se è necessario. Questa è anche la prova data a noi stessi e al Signore che veramente stimiamo la messa e ci dispiace doverla perdere in qualche domenica, per cui recuperiamo nei giorni successivi.

* Preghiamo da soli, in famiglia, con i figli un po’ più del solito. E anche questo un modo per dire al Signore che in quel giorno ci ricordiamo di più di lui, e lo possiamo fare senza compromettere i nostri impegni lavorativi.

* Ricordiamoci di qualcuno che soffre, è in difficoltà con un gesto di attenzione, una telefonata, un’offerta, oppure è l’occasione per rifare pace in famiglia o con i vicini: diamo gloria a Dio quando ci vogliamo più bene tra di noi ... è come la gioia dei genitori quando vedono che i figli vivono d’accordo, si aiutano, si rimettono in pace.

* Anche nel nostro lavoro deve trasparire che la domenica è il giorno del Signore. Quello che solitamente facciamo per attirare il cliente perché si diverta, veda lo spettacolo e ci dia il necessario per vivere, di domenica dovremmo farlo con l’animo di fargli soprattutto un dono, un servizio, di dargli la possibilità di sperimentare un po’ di gioia e di festa, leggendo lo poi con soddisfazione nel volto dei bambini. Anche se ovviamente ci facciamo pagare, non deve essere solo il soldo, il guadagno, la leva maggiore che ci fa svolgere il lavoro, ma la gioia e la consapevolezza di fare un grande servizio alle persone. La cordialità, la pazienza, non devono essere solo pose, atteggiamenti forzati per non allontanare il cliente, perché si avvicini, ma devono essere sentimenti del cuore veri e sinceri.
Anche lavorando così, si vive il giorno del Signore.

In Cammino, dicembre 1990